Il mio dente è diventato “nero”: perché? Come posso curarlo?

Il dente discromico è un inestetismo che si manifesta a causa di una patologia della corona o della radice dentale.

Il dente “nero” o discromico, è un inestetismo che molto spesso si manifesta a causa di una patologia della corona o della radice dentale.
Esso può essere conseguenza di un trauma, di un pregresso trattamento endodontico (devitalizzazione), di una carie o di scarsa igiene orale.

Se consideriamo il trauma subito dall’elemento dentario, si può verificare:

  • la rottura dei vasi sanguigni presenti nel dente con conseguente emorragia; 
  • la “morte del nervo” detta necrosi pulpare, che provoca una colorazione scura, causata dal disfacimento dei tessuti presenti all’interno del dente (polpa dentaria).

In seguito ad una devitalizzazione (trattamento endodontico) la colorazione scura può essere invece data da:

  • presenza di residui di tessuto pulpare (vasi e nervi) che non sono stati completamente rimossi;
  • materiali utilizzati durante il trattamento quali cementi, paste e perni di ricostruzione.

In un elemento molto cariato, la discromia può essere causata da:

  • dimensioni della lesione cariosa, che fanno trasparire zono grigie o nere
  • necrosi pulpare, causata dalla carie profonda che ha colpito il tessuto pulpare (il nervo all’interno del dente).

A causa di una non corretta igiene orale, il dente può apparire più scuro in seguito alla presenza di tartaro, residui alimentari, placca, assunzione di cibi coloranti (tè, caffè, verdura, fumo, cioccolata, vino). E’ però importante ricordare che questo tipo di discromia causata da ridotta igiene orale, spesso coinvolge più di un dente.

Cosa bisogna fare?

In caso di trauma è bene eseguire controlli periodici dal dentista per verificare che il dente sia rimasto vitale (verifica che si esegue con test dedicati e radiografie), in modo che, se il dente dovesse andare in necrosi, si possa devitalizzare prima che si scurisca. 
In caso di pregresso trattamento endodontico, una volta eseguita la corretta diagnosi e capita la causa, il dentista, rimuovendola, è in grado di riportare il dente al suo colore naturale.

In caso di lesione cariosa, questa viene rimossa, e lo spazio creatosi viene riempito con materiali che oggi sono sempre più estetici. Qualora la carie fosse profonda e l’elemento dentale sia fosse andato in necrosi, il dentista dovrà eseguire il trattamento endodontico (la devitalizzazione).
Infine, se la colorazione è dovuta a scarsa igiene orale, spesso è sufficiente eseguire una o più sedute di igiene professionale, migliorando anche l’igiene domiciliare e mantenendo una dieta adatta alla problematica che si è presentata.

Se lo “scuro” dovesse permanere?

In alcuni casi, per la presenza di un colore intenso o per il tanto tempo trascorso con il dente discromico, i trattamenti descritti fin qui potrebbero non bastare. In questi casi sarà necessario anche uno sbiancamento professionale, che può essere eseguito a casa o in studio. Nei casi ancora più resistenti, potrebbe rendersi necessario un manufatto protesico (come, ad esempio, una faccetta o una corona) che andrà a mascherare la superficie esterna del dente. 

Lo scuro può ripresentarsi?

Talvolta può accadere, soprattutto nei denti che sono rimasti discromici a lungo, che il colore scuro possa ripresentarsi. In tal caso si effettua un nuovo sbiancamento qualora l’elemento dentale non sia stato precedentemente coperto da manufatti protesici (faccette o corone),

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