Darier (morbo di)
Malattia della pelle rara e non infettiva che può interessare il cavo orale con la comparsa di piccole papule a livello del palato, della lingua e della mucosa delle guance.
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Malattia della pelle rara e non infettiva che può interessare il cavo orale con la comparsa di piccole papule a livello del palato, della lingua e della mucosa delle guance.
Dente destinato a cadere per essere sostituito da un dente permanente. Sono decidui i denti comunemente conosciuto come “denti da latte”.
Malformazione del complesso dento-facciale che determina squilibri di forma e funzionalità causata da un irregolare sviluppo delle ossa del volto.
Perdita di minerali dello smalto dentale. Può essere dovuta a più fattori, e può rappresentare la fase iniziale della carie. Ha l’aspetto di una area più bianca rispetto al colore del dente.
Esame radiologico che scansiona le arcate dentali restituendo immagini tridimensionali per valutare con la migliore precisione le strutture ossee e dei tessuti gengivali. E’ utilizzato prevalentemente per la preparazione degli interventi di implantologia per determinare quantità e qualità dell’osso destinato a accogliere gli impianti.
Forma di displasia della dentina caratterizzata da una ampia camera pulpare e, solitamente, dalla assenza di radici.
Dente artificiale che non possiede cuspidi nel piano orizzontale.
Dente non spuntato fino al livello da avere un contatto con il dente antagonista.
Piccolo corpo calcificato che può trovarsi adeso alla camera pulpare di un dente. Può essere costituito da tracce di tubuli dentinali o completamente circondato dalla polpa (denticolo falso).
Protesi completa di una intera arcata dentaria, rimovibile, per la restituzione della capacità masticatoria. E’ collocata ad appoggio sulle mucose gengivali e la sua ritenzione è basata su una conformazione che permetta un effetto ventosa fra arcata e protesi.
E’ il tessuto che costituisce la massa principale del dente. E’ ricoperta dallo smalto, a livello della corona, e dal cemento a livello della radice e racchiude la polpa dentaria. In base allo sviluppo è definita primaria quella che si forma durante il processo di formazione del dente, secondaria quella che si deposita lentamente durante tutta la vita particolarmente sul tetto e sul pavimento della camera pulpare, e terziaria quella che viene depositata in seguito a insulti chimici, fisici o batterici per reagire al danno subìto.
Sostanze usate per il trattamento della ipersensibilità che i denti possono manifestare in risposta a diversi stimoli. Possono essere per uso domiciliare, in forma di dentifrici e collutori che contengono sali che si depositano e ostruiscono i tubuli dentinali per interrompere la trasmissione dell’impulso nervoso, o per uso professionale quali gel, lacche e vernici contenenti fluoro e altre sostanze con funzione di protezione delle aree di dentina esposte.
Rimozione del tartaro dalla superficie dei denti, effettuata alla poltrona tramite strumenti manuali e/o a ultrasuoni. E’ definita anche come “ablazione del tartaro” o, comunemente, “pulizia”. Poiché il tartaro si riforma continuamente, la detartrasi periodica è una misura di prevenzione della carie e della malattie gengivali.
Asportazione della polpa del dente infetta per carie o frattura, con lo scopo di conservarlo. E’ detta più propriamente terapia endodontica o terapia canalare. l termine si riferisce alla circostanza che il dente trattato non è più “vitale” e quindi sensibile. Può riguardare anche elementi che vanno ritrattati per il persistere dell’infezione o per successiva reinfezione.
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Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Il paziente diabetico mostra una più facile insorgenza di gengiviti, parodontiti e sanguinamento gengivale, e può rendersi necessaria una valutazione prima di un intervento odontoiatrico.
Spazio presente fra due denti, più frequentemente a carico degli incisivi superiori dove è causa di un inestetismo.
Diminuzione del livello di sostegno osseo a carico di più denti contigui con modalità e velocità simili. E’ il più comune difetto osseo nei pazienti affetti da parodontite.
Alterazione della struttura anatomica dell’osso alveolare, che in condizioni normali circonda completamente il dente. A seconda della morfologia, valutabile dal sondaggio e dalle radiografie, il difetto può essere “verticale” o ”orizzontale”.
Diminuzione del livello di sostegno osseo caratterizzato da velocità e modalità diverse fra denti contigui. Si manifesta radiograficamente con un andamento obliquo delle diverse altezze del livello di sostegno fra denti adiacenti.
Affezione genetica della dentina con precoce calcificazione della camera pulpare e riassorbimento radicolare.